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lunedì 02 dicembre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

Il Presidente

di Libero Venturi - domenica 13 giugno 2021 ore 07:30

Ma davvero c’è qualcuno che pensa ancora che Berlusconi possa diventare Presidente della Repubblica dopo Mattarella, a parte l’interessato? L’ipotesi, accarezzata dal fido Tajani, a me sembra irrealistica, ma questo è il “Paese del non si sa mai”. Al Presidente Azeglio Ciampi a Roma gli hanno sbagliato anche la targa! Dice, ma non si chiamava Azelio? Po’ po’ di cialtroni!

Salvini tempo fa aveva già proposto Draghi come candidato Presidente della Repubblica perché ciò provocasse la fine del Governo e si andasse a votare. Che prima o poi toccherà farlo. Pensando così -come fanno presagire i sondaggi- di vincere le elezioni e, approfittando della riduzione di deputati e senatori stabilita dalla riforma, eleggere il Presidente della Repubblica con i voti determinanti del centro destra. Magari alla fine nemmeno Draghi, ma un uomo proveniente dalle fila della destra. Che sarebbe la prima volta.

Però, nel caso che il Governo andasse a fine mandato e approssimandosi il semestre bianco, cioè gli ultimi sei mesi in cui il Presidente della Repubblica non può più sciogliere le Camere, Salvini, che è un furbo di tre cotte, aveva pronta anche la mossa smarcante del cavallo. Infatti sembra che nel suo progetto di intesa tra Lega e Forza Italia, oltre alle “ragioni” di ricollocazione europeista e a quelle elettorali, ci sia anche la possibilità di far eleggere Silvio Berlusconi Presidente. A conti fatti, mancherebbero solo una cinquantina di voti perché questa “favola” possa diventare realtà. O diciamo piuttosto e fuor d’ironia, questo incubo possa risvegliarci dal torpore post pandemico, tutti sudati e in preda al panico. Dopo il terzo scrutinio basta la maggioranza assoluta e non occorrono più i due terzi. Tra l’altro il centrosinistra avrebbe più voti e basterebbe un accordo, ma il termine “accordo” da quelle parti è da usare con una certa discrezione perché potrebbe irritare qualche capo corrente. E intanto questa nostra povera Italia: tra chi gli chiede Forza, chi gli fa Coraggio e chi la vuole Viva, tra Fratelli che spuntano da tutte le parti -per non parlare dei cognati- non sa più a quale santo votarsi!

C’è chi dice: Berlusconi, fondatore “benemerito” della seconda Repubblica, ha goduto del consenso di molti cittadini, è stato Presidente del Consiglio, perché non potrebbe essere Presidente della Repubblica? Rovesciamo l’esposto o meglio partiamo da lì. Intanto la seconda Repubblica, ammesso che sia stato lui a fondarla, ci fa quasi rimpiangere la prima. Ma soprattutto proprio perché è stato Presidente del Consiglio e ha lasciato il Paese in condizioni critiche, perché ha avuto processi da cui non è sempre uscito in maniera integra, perché ha ancora pendenti gravi accuse ed è stato condannato per reati che riguardano la sfera fiscale. E lasciamo stare quella sessuale, il “bunga bunga” e Ruby, la famosa nipote di Mubarak. Per tutto questo ed altro ancora, a partire dalla “simpatia” che suscitavano le sue barzellette in Europa, Silvio Berlusconi non può fare il Presidente della Repubblica. Non può rispecchiare la dignità e l’autorevolezza dell’Italia, semmai una sua ridicola caricatura. Né può rappresentare l’unità del Paese, piuttosto la sua insanabile divisione. E quanto ai cittadini che un tempo lo elessero, bisogna vedere se sono ancora di questa idea, ciò che non pare, visti i numeri attuali di Forza Italia. E comunque il Presidente non lo vota il popolo “sovrano” e nemmeno quello “ignorante e ciu’o”. Lo vota l’Assemblea composta da 1009 membri: gli attuali 630 deputati e 321 senatori -inclusi i senatori a vita- e i 58 delegati regionali. Fintantoché non sarà eletto il nuovo Parlamento, con numeri ridotti a 300 al Senato e 300 alla Camera, in “virtù” della riforma costituzionale approvata nel 2020; i delegati regionali restando gli stessi.

E allora, Presidente Mattarella, se la situazione restasse incerta ed insidiosa, pensi a noi, resti qualche tempo in più, per favore! Basta poco, prima comunque dello scadere del Governo andrebbe bene: l’ha già fatto Napolitano e non siamo diventati una monarchia o una dittatura. Era una fase critica, ma anche questa non scherza! Poi semmai si farà Draghi, anche se sarebbe meglio proseguisse il suo lavoro di Primo Ministro. Insomma, si vedrà. Lo sappiamo, la Costituzione: sette anni è la durata in carica del Presidente per assicurare la massima presenza istituzionale e l’indipendenza nel passaggio da un quinquennio governativo all’altro. Tutto giusto e sacrosanto. La Costituzione nella sostanza ciò che non afferma, nega. È vero, tuttavia sul piano strettamente formale la rielezione non è prevista, ma nemmeno esclusa. Comunque non ci lasci in questa difficile temperie, Presidente! Potrebbe tornare in quella scuola, da quegli alunni, dove è stato di recente a spiegare che aveva finito e tra otto mesi si sarebbe meritatamente riposato e dire loro: «contrordine compagni, mi riposerò un po’ più avanti, non sono così vecchio dopotutto e nemmeno così stanco». Ma forse mi sbaglio, capace si troverà una valida soluzione. Chissà! E comunque che c’è da dire sui vecchi? Presidente, 79 anni portati bene!

Berlusconi di anni, oltretutto, ne ha 84 e ultimamente, tra un malanno, un processo e l’altro, appare assai convalescente. Magari sembra che il discorso a mezza bocca di Salvini circa l’elezione a Presidente l’abbia galvanizzato, l’abbia trovato o rimesso in buona salute e questo ci fa anche piacere. Cavaliere, se per lei ha un effetto ricostituente e le fa bene, va bene anche per noi che, anzi, le auguriamo lunga vita. Se le va, ci pensi pure quanto vuole, basta che non lo faccia mai. È già andata di lusso così. Che magari poi era una finta, ma noi ci siamo spaventati lo stesso. Tra l’altro la proposta di Salvini di fusione o federazione della destra sta trovando non pochi ostacoli proprio nel centro destra, per la gioia della Meloni: Fratelli d’Italia, l’Italia s’è destra! E anche lei, Cavaliere, pensi a noi, cribbio! Si ritiri una buona volta, gliene saremmo grati, come non mai. Il suo tempo è passato. Si riguardi, pensi alla salute, che quando c’è la salute c’è tutto. La salute e “un par de scarpe nove”, che quelle non gli mancheranno certo. Ma, oggi come oggi, anche “un par de babbucce” andrebbero più che bene. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 13 giugno 2021

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi