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martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

Giulio Regeni

di Libero Venturi - domenica 27 dicembre 2020 ore 07:30

La Procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte di Giulio Regeni, avvenuta in Egitto nel 2016. Accusati quattro 007 egiziani. Il Procuratore Michele Prestipino e il Pm Sergio Colaiocco hanno rinviato a giudizio per il reato di sequestro di persona pluriaggravato il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi e il maggiore Magdi Sharif. Nei confronti di quest'ultimo ipotizzato anche il concorso in lesioni personali aggravate e omicidio. Il reato di tortura no, perché l’abbiamo introdotto solo nel luglio 2017; non che al regime egiziano interessi qualcosa, siamo noi che siamo arrivati tardi.

La verità che si sospettava e che si sta drammaticamente rivelando è che Giulio Regeni, il giovane cittadino italiano, ricercatore universitario che si trovava al Cairo per studi, è stato sequestrato e ucciso dai servizi segreti egiziani, “allarmati” dalla sua attività di ricerca in campo sociale. Testimonianze attendibili, citate agli atti, rivelano che nella stanza 13 dell’edificio controllato dalla National Security Agency egiziana, Giulio Regeni era mezzo nudo, portava segni di torture... segni di arrossamenti dietro la schiena, era sdraiato... con il viso riverso... ammanettato con delle manette che lo costringevano a terra”. E in quell’edificio è stata rilevata la presenza del Ministro degli Interni egiziano. L’Egitto non sembra comunque accogliere le legittime e circostanziate istanze della Procura di Roma e probabilmente il processo si svolgerà in contumacia. Cioè in assenza degli imputati.

Oltretutto in questo periodo un altro giovane egiziano, Patrick George Zaky, studente presso l’Università di Bologna, è trattenuto in carcere per presunte attività sovversive. E chissà quanti altri come lui. In Egitto il dissenso non è ammesso perché l’Egitto non è una repubblica. Che repubblica e repubblica d’Egitto! L’Egitto è un regime, uno stato dispotico, con buona pace di tutti i paesi “amici” che lo considerano “amico”, compreso il nostro.

Al proposito, recentemente il Presidente Macron ha ricevuto all’Eliseo il Presidente egiziano, generale Abdel Fattah Al-Sisi e con gran pompa, in segno di sussiegosa amicizia o forse perché questo impone il protocollo transalpino, gli ha conferito la Legione d’onore. Che io pensavo fosse assegnata solo a chi aveva militato con un certo valore nella legione straniera francese: nel deserto, con le truppe cammellate o in altri esotici scenari. Invece ho appreso che è un alto riconoscimento civile, oltre che militare, attribuito a chi si distingue nelle istituzioni, in materia di cultura, scienza e varia umanità a livello internazionale e in qualche rapporto con la Francia. Se si scorrono i designati si apprezzano personaggi storici, esponenti nobiliari, alte gerarchie militari, capi di stato, passando, tra gli altri, per Adamo -il cantante-, Giorgio Armani, Ratzinger, Clint Eastwood, Emma Bonino e D’Alema. Renzi non pervenuto, strano. La Legione fu istituita niente popo’ di meno che da Napoleone Buonaparte. Consiglio di andare a vedere anche i rifiuti: cioè chi ha declinato la proposta di riconoscimento. Molto interessanti. Tra questi il più recente diniego è del giornalista e uomo di cultura Corrado Augias che, con una lettera che denota tutto il suo stile e la sua dignità, ha ufficialmente comunicato all’ambasciatore di Francia, Christian Masset, la volontà di restituire la Legion d’onore conferitagli dopo che, come detto, al Presidente egiziano, generale Al-Sisi, responsabile morale dell’uccisione di Regeni, è stato tributato lo stesso riconoscimento. Un gesto nobile quello di Augias a cui, per le stesse motivazioni, si sono uniti Sergio Cofferati e Giovanna Melandri, insigniti della stessa onorificenza. Luciana Castellina ha dichiarato da par suo di restituire il titolo, a suo tempo conferitole, di Ufficiale delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese.

Il Presidente e generale Al-Sisi agli occhi dell’Occidente si erge a baluardo contro l’integralismo islamico dei Fratelli Musulmani. Ognuno ha i suoi fratelli. Che poi quando uno è presidente e anche generale, o viceversa, a me prende paura. Con il governo egiziano sono in corso accordi da parte di Eni e Finmeccanica per l’energia e le forniture militari. E poi c’è la questione libanese, profughi compresi, per cui l’Egitto fa da cuscinetto. Ma niente di tutto questo vale una sola vita umana. E come sarebbe bello allora, rifiutando protocolli, convenzioni e convenevoli, stracciando trattati e accordi commerciali, in barba ad ogni diplomazia e ad onta di ogni cinica ragion di stato, ritirare il nostro Ambasciatore al Cairo e all’Ambasciata appenderci un cartello con su scritto: “chiuso fino a nuovo ordine”. Intendendo il loro. E subito dopo convocare sua eccellenza Hisham Mohamed Moustafa Badr -che poi stringi stringi è uno solo- l’Ambasciatore della Repubblica araba d’Egitto a Roma e dirgli: «siete una manica di stronzi, andate a fare in culo!».

Ora il Presidente Mattarella proprio non ce lo vedo, non mi pare il più adatto per una parte del genere, ma in questo pur inclito Paese si troverebbe chi, con una sana dose d’ignoranza, potrebbe farlo senza essere nemmeno troppo della Lega oppure di Fratelli -sorelle e cognati- d’Italia. E non è questione di Egitto, anche se il Dio del Vecchio Testamento all’Egitto gli mandò dieci piaghe, una peggio dell’altra, che viene da pensare: ci sarà stato un motivo!? Però in Egitto ci fuggirono, dopo Natale, Maria e Giuseppe con il bambin Gesù. No, non è questione di Egitto e nemmeno di Egiziani. Va fatto salvo il popolo, sempre assolvibile per insufficienza di prove, anche se trovatemene uno di popoli che sia del tutto innocente dell’infamia, se e quando d’infamia si tratta, dei suoi governanti. Il popolo: ingannato spesso, tradito forse, a seconda dei punti di vista, incolpevole mai. Diciamo non sempre.

Non è l’Egitto -caro alla storia con i suoi preziosi reperti trafugati per i nostri musei- è il governo egiziano che va condannato. E andrebbe isolato dalla comunità europea e da quella internazionale finché non si decide ad essere veramente un paese democratico, rispettoso dei diritti civili. Finché non libera Zaky e gli altri prigionieri politici, finché non concede l’estradizione per i funzionari dei servizi segreti responsabili della morte di Giulio Regeni, perché siano sottoposti ad un giusto processo e rispondano delle loro azioni. Così che a Giulio, al quale nessuno potrà restituire la vita, sia almeno resa giustizia. Questo un paese civile dovrebbe fare e questo un paese che si rispetti dovrebbe pretendere e ottenere. Con questi auspici e con tutti quelli di cui abbiamo bisogno, auguro a ciascuno di voi un buon anno prossimo venturo. “Non ho che auguri da regalare:/ di auguri ne ho tanti,/ prendete quelli che volete,/ prendeteli tutti quanti.” L’ha scritto Gianni Rodari, l’ho letto su Settimana Sudoku. Intanto buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 27 dicembre 2020

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi